Pubblicato da: zoris | 06/04/2008

Alfabeto: quante lettere?

Nelle grammatiche e nei dizionari della lingua italiana ho rilevato una certa confusione per quanto riguarda il numero di lettere dell’alfabeto. C’è chi dice (correttamente) che le lettere dell’alfabeto sono 26, chi dice che sono 21, chi addirittura, alquanto bizzarramente, 25 (come fa il Vocabolario Treccani che non distingue tra i e j). A mio parere è anacronistico sostenere che le lettere j, k, w, x, y siano lettere “straniere”: esse ormai fanno parte di fatto e di diritto anche dell’alfabeto italiano. Senza di esse non potremmo scrivere junior, joule, km, watt, extra, ex-ministro, cognomi italiani come Ojetti, Bixio, il simbolo del potassio K,  e numerosi altri termini, per non parlare delle targhe automobilistiche.

Prendiamo per esempio il “GRANDE DIZIONARIO ITALIANO DELL’USO”, di Tullio De Mauro. Alla voce Z, si dice: «ventiseiesima lettera dell’alfabeto». Bene, si direbbe. Ma subito dopo, quasi pentendosi di aver affermato una cosa giusta, aggiunge: «ventunesima di quello scolastico». Ma come, ci sono due alfabeti? Quello scolastico sarebbe diverso? De Mauro non lo spiega. Ma ve lo immaginate: se un insegnante dovesse domandare a un alunno di elencare le lettere dell’alfabeto, l’alunno dovrebbe prima domandare: «quale, quello scolastico o quello di 26 lettere?» E’ vero che purtroppo nelle nostre scuole elementari viene insegnato un alfabeto di 21 lettere, con grave danno degli studenti, perché poi essi, da adulti, quando devono consultare un elenco alfabetico fanno fatica a collocare esattamente le famose 5 lettere. D’altra parte come fanno gli insegnanti a dare agli studenti una corretta informazione, se perfino l’ex-ministro della Pubblica Istruzione Tullio De Mauro, docente di Linguistica generale all’Università La Sapienza, ha le idee confuse sull’argomento?

Ormai la maggior parte delle persone pronunciano il nome alfabetico della lettera j in inglese (/dʒeɪ/ con i simboli IPA), il che prova che a scuola non gli hanno insegnato il nome italiano (i lungo).

Per curiosità ho voluto estendere la ricerca consultando alcuni dei dizionari più diffusi. Il Devoto Oli dice: «z ventunesima e ultima lettera dell’alfabeto italiano». Il Battaglia (Grande Dizionario della Lingua Italiana in 21 volumi): « Z, lettera che nell’alfabeto italiano occupa il ventunesimo e ultimo posto e il ventiseiesimo nell’alfabeto che comprende anche la J, la K, la W, la X e la Y.».

Il Vocabolario della lingua italiana dell’Istituto dell’Enciclopedia Italiana (Treccani): «z, venticinquesima e ultima lettera dell’alfabeto latino (sic)» (cosicché se consulto il vocabolario Treccani per sapere di quante lettere è l’alfabeto italiano, mi viene risposto che quello latino ne ha venticinque!). Il recente Sabatini Coletti 2008 per non compromettersi sceglie di non pronunciarsi: «z, ultima lettera dell’alfabeto latino e delle lingue che lo adottano», così chi ha speso i soldi per comprarlo e lo consulta ne sa quanto prima. Il Dizionario Zingarelli è uno dei pochi che già da diverse edizioni ha adottato l’unica definizione corretta: «z, ventiseiesima lettera dell’alfabeto italiano», senza se e senza ma.

Qualcuno mi potrebbe accusare di eccessiva pedanteria: in fondo la cosa non sarebbe tanto importante. Ma non è così, in qualche caso potrebbero esserci conseguenze pratiche dannose. Faccio un esempio. E’ noto che nelle prove di ammissione a molte facoltà universitarie vengono spesso proposti quesiti in cui si elencano alcuni numeri o alcune lettere, e si chiede al candidato di indicare il numero o la lettera che logicamente continua la sequenza. Supponiamo venga proposta la sequenza di lettere:

B, D, F, H, …

e si richieda di indicare la lettera che logicamente in questa sequenza, viene dopo la H.

Siccome è facile vedere che le lettere in questo caso si susseguono in modo alterno (una lettera sì e una no), il candidato dovrebbe indicare la lettera che nell’alfabeto segue la I; e qui viene il bello: tale lettera può essere J, K, L a seconda che ci si riferisca a un alfabeto di 26, 25 o 21 lettere. Quindi il candidato per dare la risposta ritenuta corretta dovrebbe sapere a quale dizionario abbia fatto riferimento il compilatore del quesito. Siccome in questo caso l’unica risposta esatta è J, il candidato che la scegliesse rischierebbe di essere bocciato da Devoto, Oli e dagli altri lessicografi fissati con le 21 lettere.

 

P.S. Chi volesse commentare che l’uso del pronome gli al posto di loro nella terza persona plurale sarebbe errato, si risparmi la fatica perché non è vero.


Risposte

  1. Sono d’accordo con te bisognerebbe insegnare nelle scuole l’alfabeto a 26 lettere…

  2. Ho trovato tanti argomenti pe difendere il mio parere.
    Grazie!

  3. “C’è chi dice (correttamente) che le lettere dell’alfabeto sono 26, chi dice che sono 21, chi addirittura, alquanto bizzarramente, 25 (come fa il Vocabolario Treccani che non distingue tra i e j).”

    Ottima analisi…ora puoi dedicarti all’uso del congiuntivo!

    • Non ha sbagliato ad usare il presente in quanto di fatto i suddetti vocabolari affermano che ci sono quelle determinate lettere,non lo ipotizzano,ovviamente chi indicandone di più,chi di meno.

  4. io so solo che per scrivere in italiano le lettere j…x…k…y…w…….non vgengono correntemente utilizate……quindi a rigor di locica…non dovrebbero essere conteggiate

    • Non è vero che non vengono utilizzate: prova a leggere a caso un certo numero di targhe automobilistiche, prova a scrivere extra, ex-ministro, Juventus, km. Se consulti un’enciclopedia per avere notizia su Kant, e lo cerchi dopo la X (secondo l’ordine in cui hai elencato tali lettere) non lo troverai mai. Mi sembra quindi che la tua “locica” lasci un po’ a desiderare. Zoris

  5. Tra l’altro abbiamo città come Jesi e Jesolo!

  6. Questo argomento è quanto mai attuale visto l’avvicinarsi dei quiz per la prova di preselezione al maxi concorso per la scuola. Nell’esercitarmi ho, infatti, trovato discordanza tra eserciziari diversi. Prevedi già la possibilità di una valanga di ricorsi come già accaduto per i test di ammissione per i TFA.


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