Pubblicato da: zoris | 01/03/2010

Teorema

Teorema

Tempo fa un lettore del Corriere, segnalava che nel libro «La rivoluzione dimenticata» del matematico Lucio Russo, veniva affermato che esisterebbe un rischio concreto di involuzione della scienza verso forme irrazionali e si sottolineava come l’Italia sarebbe all’avanguardia avendo introdotto il termine «teorema» quale sinonimo di «fandonia calunniosa dedotta con sofismi».

In realtà il termine teorema, fuori dall’ambito scientifico, è anche usato nel senso di «ipotesi fondata prevalentemente su deduzioni logiche, come nella frase “formulare un teorema accusatorio” (Zingarelli)».

Occorre peraltro osservare che il termine teorema è imparentato etimologicamente con la parola teoria, che può significare  «formulazione sistematica dei principi propri di una dottrina filosofica, un sapere scientifico…», ma che è anche sinonimo di «idea, opinione» (Zingarelli).

Inoltre è noto che in tutte le lingue ci sono vocaboli che in contesti diversi possono assumere significati opposti.  Per esempio ospite può significare sia l’ospitante sia l’ospitato; affittare può significare sia dare sia prendere in affitto.

In inglese to cleave può significare sia spaccare (the wooden door had been cleft in two), sia stare attaccato (therefore a man leaves his father and his mother and cleaves to his wife, and they become one flesh, Genesi 2, 24); to ravel può signficare sia ingarbugliare sia sbrogliare.

In tedesco der Boden significa suolo, ma può anche significare solaio; e si potrebbe continuare con molti altri esempi.

Codesto fenomeno, che può sembrare marginale, secondo alcuni studiosi affonda le sue radici nell’origine del linguaggio: secondo il linguista tedesco Carl Abel, una parola allo stato primitivo può avere significati opposti, che gradualmente vanno distinguendosi attraverso il progresso della razionalità: per concepire l’oscurità dobbiamo pensare alla luce, per pensare alla forza dobbiamo separarne il significato dalla debolezza. Il fenomeno si riscontra anche nella lingua dell’antico Egitto e in altre lingue dell’antichità.

Degli studi di Abel si interessò anche Freud, che nel saggio “Über den Gegensinn der Urworte” (Sul significato antitetico delle parole primordiali), ricorda come in latino altus significhi sia alto sia profondo, sacer significhi sia sacro sia maledetto, esecrando. Freud vedeva in codesto fenomeno una conferma delle sue scoperte sull’inconscio e un’analogia con il linguaggio onirico, dove si possono trovare sia parole sia situazioni rovesciate.

E’ anche possibile che a considerazioni di questo tipo si siano ispirati gli autori delle famose, anche se fantasiose, etimologie latine lucus (bosco) a non lucendo, canis a non canendo (attribuite rispettivamente a Varrone e a Isidoro di Siviglia).

Con questo non voglio incoraggiare l’uso improprio che viene spesso fatto di molti vocaboli: io stesso evito di usare il termine teorema se non nel significato di enunciato logicamente dimostrato a partire da assiomi. Ho solo voluto precisare come spesso nel linguaggio comune ci possano essere termini di signifcato ambiguo. D’altra parte anche in ambito scientifico, per molti anni si è parlato dell’ultimo teorema di Fermat quando era ancora una congettura, prima che il matematico inglese John Wiles lo dimostrasse nel 1994.

Non mi sembra quindi, concludendo, che si possa affermare che l’Italia sia all’avanguardia nell’involuzione della scienza verso forme irrazionali solo perché viene adoperato il termine teorema anche nel senso di congettura. L’Italia avrà tante colpe, ma non diamole anche quelle che non ha.


Risposte

  1. Ritenere che il nuovo significato attribuito al termine “teorema” nel linguaggio giornalistico sia giustificato dal fatto che lo Zingarelli riporta la nuova accezione è evidentemente tautologico, in quanto il dizionario non fa altro che prendere atto dell’uso invalso nel linguaggio giornalistico. Il più autorevole Battaglia riporta anch’esso lo stesso nuovo significato, testimoniandone il primo uso in un quotidiano del 1986. Ci si può quindi chiedere legittimamente l’origine della nuova accezione e mi sembra naturale collegarla al crescente discredito del metodo dimostrativo.
    Lucio Russo


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