Pubblicato da: zoris | 28/01/2016

Bambini cristiani?

Qualche mese fa (8 agosto 2015, p. 5) il Corriere della Sera ha pubblicato una foto nella quale si vede un bambino dell’apparente età di 7 – 8 anni, con la seguente didascalia: “Un bambino cristiano accende una candela in una chiesa greco-ortodossa”.

Secondo me non esistono bambini cristiani, né ebrei, né musulmani, ecc. Ci sono bambini figli di genitori cristiani, ebrei, musulmani, ecc. È improprio etichettare un bambino con una fede che non ha ancora avuto l’opportunità di scegliere consapevolmente, attribuendogli quella dei genitori. Per rendersi conto dell’assurdità dell’affermazione basta considerare che nessuno direbbe del figlio di genitori atei che è un bambino ateo. Allo stesso modo sarebbe improprio definire bambini comunisti, bambini liberali, ecc. solo perché lo sono i genitori. E se uno è figlio di genitori professanti due diverse fedi, cosa facciamo? diciamo che è mezzo cristiano e mezzo musulmano? Un’evidente assurdità.

Solo quando diventa maggiorenne una persona dovrebbe scegliere se avere una fede e quale.

La circoncisione rituale di un neonato, che comporta una mutilazione irreversibile, non dovrebbe essere ammessa, come del resto è vietata l’infibulazione delle bambine.

Il battesimo cristiano, per quanto non comporti danni fisici poiché consiste in una spruzzata d’acqua sul capo del neonato, sarebbe anch’esso da scoraggiare perché poi la Chiesa rivendica una sorta di proprietà spirituale, come c’insegna il famoso caso Mortara: un bambino sottratto ai legittimi genitori ebrei per ordine di Pio IX con il pretesto che fosse stato battezzato da una domestica cattolica che lo aveva creduto in pericolo di vita.


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